Le
caratteristiche costruzioni tardo ottocentesche del Villaggio Leumann,
un villaggio operaio sorto attorno ad un cotonificio, hanno accolto
il composito mondo di Feltrosa: appassionati, professionisti, venditori
di lane e materiali, accorsi dal nord Italia ma anche dalla Puglia,
da Napoli, da Roma e Firenze, e, dall'estero sono giunte, oltre alle
quattro insegnanti chiamate ad animare i laboratori, anche cinque
esperte feltraie francesi.


Dopo l’apertura ufficiale, ed il saluto delle autorità,
si è tenuta una discussione collettiva sulla qualità
delle lane per il feltro e l'allevamento ovino in Europa. Nel frattempo
giungevano anche i venditori di lane e materiali per feltro, che hanno
occupato la stanza d'ingresso dell'Ecomuseo.
L’ottima cena, servita nei locali attigui, è stata occasione
di scambio di idee e di nuovi o rinnovati incontri. Il giorno seguente,
il più atteso, quello dedicato ai laboratori, richiedeva menti
e energie rinnovate, così di buon’ora siamo affluiti
all’ostello di Rivoli, che ci ha ospitati in ambiente sobrio,
ma confortevole.
L’indomani ci siamo cimentate nel lavoro pratico: nella stanza
d’ingresso Christina Zofall spiegava le caratteristiche delle
fibre, e stimolava le presenti a fare l’esperienza di lavorarle
in veli leggeri. Il risultato finale del laboratorio è stato
la creazione di coprispalle, modellati grazie alle caratteristiche
delle diverse lane ed alla maniera di orientarne le fibre. Con delle
carde a mano le dodici persone iscritte al workshop hanno toccato,
manipolato e mescolato le diverse lane, prima di stenderle sul modello
ed infeltrirle.
Poco distante, ma in un’altra stanza, Claudia Schmidt insegnava
come produrre, a partire da lana rustica bergschaf, delle pantofole
caldissime e resistenti. La fatica è stata meno del previsto,
ed entro l’ora fissata anche le meno vigorose fra le tredici
feltraie iscritte, avevano completato l’infeltrimento del loro
paio. Anna Pecoraro, che da anni promuove l’allevamento delle
razze tipiche piemontesi aveva portato della lana di pecora sambucana
e biellese, che hanno dato un ottimo risultato. Anche Annalisa De
Luca, che in area fiorentina si impegna per la salvaguardia degli
allevatori locali, ha mescolato un po’ delle sue lane massesi
a quelle tirolesi, proposte dall’insegnante.
Dietro un paravento si svolgeva il laboratorio diretto dalla finlandese
Merja Markkula. Qui si producevano contenitori e vasi, in lane finnsheep
e bergschaf: la seduzione per la decorazione era bandita in modo risoluto
dall’insegnate, che ha trasmesso una sua maniera di concepire
il lavoro, una sua personale poetica, dapprima frustrando il desiderio
di colore e orpelli degli iscritti, poi conducendoli verso la ricerca
della forma e la realizzazione di oggetti tecnicamente ineccepibili.
Infine, in un’ampia sala a parte, si teneva il laboratorio sulla
creazione di cappelli, e così, grazie a Charlotte Sehmisch
ed alla sua tecnica del feltro intrecciato, si è anche tessuto
a Feltrosa, rendendo omaggio alla vocazione originaria dell’
associazione che organizza l’evento: Coordinamento Tessitori.
Vi sono stati momenti di scoraggiamento, specie fra coloro che non
hanno mai affrontato le tecniche di intreccio a telaio, ai quali è
seguita la gran soddisfazione di aver realizzato un lavoro unico,
assolutamente inedito per ciascuna di loro.
Alle 18, come da programma, tutti i lavori sono stati disposti sulla
scalinata della chiesa del Villaggio, per un momento di confronto
e per essere fotografate. I quattro gruppi si sono serrati attorno
alle insegnanti, per la tradizionale foto-ricordo. E’ stato
chiesto all’azienda Spinnradl, di confezionare un ricordo di
Feltrosa da donare ai presenti, l’azienda, che sentitamente
ringraziamo, lo ha concesso gratuitamente. Cena e libagioni hanno
concluso la lunga e laboriosa giornata.



Domenica
mattina ci attendeva un pullman per condurci all’Ecomuseo Feltrificio
Crumière di Villar Pellice, dove si serba memoria della produzione
protonovecentesca di feltri in lana e se ne prosegue, nell’attiguo
e rinnovato stabilimento, la produzione. Nelle belle sale era allestita,
splendidamente, Felt-it, la mostra itinerante di lavori in feltro
prodotto con lane autoctone italiane, organizzata da Coordinamento
Tessitori, alla quale molti dei presenti hanno partecipato. Per questo
nuovo e prestigioso allestimento sono state realizzate due nuove opere,
entrambe a quattro mani: dalle friulane Barbara Giradi e Manuela Serafin
-Bima- uno “Sheep pad”, ‘cuscino ovino’ sapientemente
composto da fibre di varia origine e natura, dalle napoletane Ornella
Bufi e Cinzia Capaldo -Kersi- un abito-scultura in lana e filo di
rame, che è un’autentica esplosione ‘vesuviana’
di colore.
L’Ecomuseo ospita uno spazio didattico nel quali tengono corsi
sul feltro e altre tecniche affini, gestito da un dipartimento educazione,
il quale ha offerto ai partecipanti a Feltrosa un laboratorio artistico
di manipolazione del materiale prodotto dalla cooperativa Nuova Crumière.
Il rientro a Torino è stato seguito da un pranzo d’addio,
dopo il quale la maggior parte dei convenuti si è diretto verso
casa. Una decina di persone si sono fermate per frequentare uno dei
due corsi post-conferenza: infatti da lunedì 21 a mercoledì
23 maggio si sono svolti due laboratori di approfondimento, sulla
realizzazione di gonne tenuto da Charlotte Sehmisch e sulla realizzazione
di contenitori-scultura supportati da giunco o canna, curato da Merja
Markkula.
Dieci persone hanno lavorato lana merinos fine sotto la guida della
Sehmisch, una vera specialista della creazione di moda in feltro.
Intrecci di fibre in colori diversi, effetti di pieghe, intarsi: sono
molte e diverse le tecniche affrontate.
Altre sei persone invece hanno lavorato lana rustica, sperimentando
come inglobare canne o altri materiali rigidi di supporto: ne sono
scaturiti più lavori, di grandi dimensioni, per ogni partecipante.
Feltrosa ‘08 è già in cantiere, sarà nuovamente
la Toscana, e più esattamente la Lunigiana, la terra che la
ospiterà, nel maggio del prossimo anno!
Foto:
Cinzia Tarallo, Silvia Giorgetta, Eva Basile