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feltrosa
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Se
la prima edizione era stata una scommessa e la seconda una verifica,
adesso, al concludersi della terza edizione, posso affermare con soddisfazione
che Feltrosa è una realtà: il colorato mondo del feltro
‘all’italiana’ si da appuntamento a maggio, ogni anno.
Allestita la mostra di sciarpe, in programma in una bella sala del Castello,
piano piano sono giunte le feltraie: in questa edizione tutte donne.
Qualcuna veniva dalle regioni circostanti, dalla vicina Liguria, dalla
Lombardia il Piemonte o la Toscana. Un folto gruppo da Roma e la signora
Giulia Rizzo, vincitrice del primo premio Feltrosa addirittura dalla
Puglia. Ma non era finita qui, abbiamo avuto presenze da Francia, Svizzera,
Olanda ed Austria, ora che le informazioni volano, grazie ad internet
ed i contatti avviati con i principali network del settore.
Le insegnanti invitate per tenere corsi e dimostrazioni erano persone
di sicuro richiamo, la tedesca Dagmar Binder, mai invitata prima in
Italia, l’olandese Lyda Rump, dalla grande esperienza ed umanità,
Liz Clay dal Regno Unito e la giovane Danila Schön, nata in Argentina
ma residente da sempre in Piemonte. L’intera giornata del sabato
è stata dedicata a quattro diversi laboratori, che hanno impegnato
le partecipanti fino alle 18, quando si sono ritrovate tutte del cortile
del Castello per mostrare il frutto del proprio lavoro e per commentare
la giornata appena trascorsa. In questo modo chi non aveva curiosato
fra i tavoli durante le febbrili ore trascorse lavorando assieme, ha
potuto vedere i dodici cappelli appena realizzati da altrettante feltraie
guidate da Danila Schön, le sciarpe in seta e lana extrafine prodotte
nel laboratorio condotto da Dagmar Binder, i contenitori colorati e
fantasiosi prodotti dai presenti grazie ai consigli di Lyda Rump e le
creazioni variopinte scaturite dal lavoro condotto da Liz Clay.
Dopo la cena si è svolta la premiazione della miglior sciarpa
in feltro della mostra-concorso promossa per il 2008 da Coordinamento
Tessitori l’associazione che organizza anche Feltrosa. Un bel
bouquet di preziosa lana di alpaka, messo a disposizione da Gaia Gualtieri,
del Gruppo Colle di Prato, assieme a dieci chili di lana extrafine,
è stato consegnato a Giulia Rizzo, vincitrice del premio grazie
ad un lavoro in seta stampata e decorata con ciuffi di lana infeltrita
ad arte.
Ma, a differenza delle precedenti edizioni, questa Feltrosa del 2008
ha avuto la giornata culminante nella domenica. Il programma prevedeva
un convegno dal titolo "Feltro: tradizione, storia, arte, terapia,
colore..." nel quale sono intervenuti Enzo Manenti, sindaco di
Licciana Nardi, il professor Germano Cavalli ed il direttore del Museo
di Fivizzano Fabio Baroni, esperti di storia locale, e di Ruth Baumer
e Simona Olivieri, assistente alla Accademia di Brera, sul feltro in
arteterapia e sull’uso del colore, ai quali è seguita l’animazione
happening in programma: 'Balliamo sul Tappeto Volante'.
Ai
molti presenti è stato chiesto di procurarsi un ciuffo di lana,
del colore più vicino alla propria sfera emotiva, presso i tre
fornitori invitati: Gigi Mosca, Franz Haller e Gruppo Colle, che gentilmente
li hanno messi a disposizione. Sotto la guida di Ruth e Simona sono
stati prodotti dei pezzetti di feltro, ritagliati ciascuno in una forma
scelta dal proprio artefice, che poi sono stati disposti su un ampio
telo steso nella corte del Castello. Venti membri del gruppo Fan-Samba
hanno iniziato a percuotere con foga i propri strumenti, mentre Ruth
e le insegnanti ospiti iniziavano a stendere ampi velli di lana di colore
chiaro. Spruzzato il tutto con acqua e sapone è iniziato il ballo:
un vero crescendo fra incitamenti, movenze afrocubane e risate, mentre
i più timidi si tenevano ai bordi e scattavano foto. Dopo una
buona ora di danza, cadenzata dal continuo rullare dei tamburi è
iniziato la follatura, sempre spronati dai presenti. L’energia
scaturita dal lavoro, dalla musica incalzante dall’immergersi
nel ritmo e nel colore ha fatto il resto: un’esperienza unica
ed un po’ selvaggia, assolutamente trascinate che ha finito per
coinvolgere tutti, i feltrai come i passanti incuriositi, e gli stessi
musicisti stupiti della forza liberatasi nelle braccia e nelle gambe
delle presenti. Sicuramente il conoscersi e aver lavorato assieme il
giorno precedente ha concorso a creare questo clima irripetibile, ma
è la forza gioiosa emanata da Ruth, la sua capacità di
aggregare energie diverse e la passione che mette in questo lavoro ad
aver catalizzato il tutto
Il fatto di essere alloggiati e di lavorare nel Castello, di essere
sempre assieme, nel lavoro come nello svago, di ‘ballare’
nel cortile, un luogo raccolto emanante una sua particolare forza ha
fatto il resto: le giornate seguenti, dedicate ai laboratori post-conferenza
hanno goduto del clima speciale che si è creato ed anche i saluti,
inevitabili alla conclusione dei corsi, sono stati calorosi e già
pieni di nostalgia per il tempo trascorso assieme.
Grazie a Ruth e a tutta l’amministrazione di Licciana Nardi, che
hanno permesso tutto questo.
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